«Principium et ars totius Musice» Fondamenti della formazione del musico perfetto

04/02/2018 ore 16:00, Dipartimento di Musica Antica di Brescia, Brescia

Conferenza e presentazione del volume “Teoria e Pratica della Musica Italiana del Rinascimento”, LIM, Lucca 2017

Un musico può definirsi perfetto quando «non abbisogna, che gli s’aggiunga niente». Ai  musici altrimenti detti, cioè musico teorico, musico pratico, cantore, idealmente manca qualcosa, sono incompiuti, in quanto si occupano di musica solo parzialmente.

Secondo il pensiero rinascimentale possono definirsi musici perfetti sia il teorico che, dando opera alle cose appartenenti alla pratica fa la sua scienza più perfetta, sia il pratico quando sa e intende quello che opera e del tutto rende convenevole ragione.

La formazione del musico perfetto prevede molteplici competenze che intrecciano teoria e pratica in quanto «la speculation della ragione nõ hà necessità dell’atto dell’operare, mà l’opre delle mani se dalla ragione portate nõ sono nõ faranno nulla».[1]

Principio ed arte di tutta la musica sono gli elementi che concorrono a ridurre in atto la musica, ovvero la mano guidoniana con gli esacordi, i rapporti mensurali, le ligaturae,  i modi autentici e plagali, il contrappunto.

Lo studio dei metodi di scrittura e di trasmissione didattica, la comprensione degli elementi del linguaggio musicale di una determinata epoca sono di fondamentale importanza per raggiungere una buona consapevolezza nella restituzione sonora di un testo musicale.

L’incontro odierno prevede una rassegna ordinata di questi elementi con approfondimenti di alcuni di essi, ovvero la mano guidoniana e la corrispondente scala, il monocordo e il suo utilizzo didattico secondo Giovanni Maria Lanfranco, il concetto di modalità nella polifonia, i dodici modi  negli esempi di Girolamo Diruta.

In particolare viene illustrato il sistema grafico o ‘scala della mano’, il monocordo per imparare le voci, per passare al concetto di modalità nella musica polifonica secondo la visione ampia ed esauriente di Zarlino, mutuata da Glareanus, e accolta da Orazio Tigrini, Rocco Rodio, Giovanni Maria Artusi, Girolamo Diruta, Orazio Tiberio Vecchi e Ludovico Zacconi.

La conoscenza della modalità – in quanto fondamento essenziale ed elemento generatore della musica stessa – è un mezzo imprescindibile per la comprensione del discorso musicale, in fase sia di creazione sia di esecuzione. Dice, infatti, Pietro Ponzio che se poi «non havesti cognitione delli tuoni, e conseguentemente delle lor cadenze, saresti à modo d’vno cieco, che pur và, e non hà guida, e nel fine si troua giù di strada».[2]

I vari aspetti, oggetto della presente trattazione sono illustrati con l’ausilio di immagini, registrazioni sonore degli modelli musicali proposti ed esemplificazioni al monocordo.

[1] Lvigi Dentice, Dvo dialoghi della mvsica, Vincenzo Lucrino, Roma 1553, dialogo I, c. Hijr.

[2] Pietro Pontio, Ragionamento di mvsica, Erasmo Viotto, Parma 1588, ragionamento III, p. 94


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Giorno(i): 04/02/2018
Ora: 16:00 - 18:00

Luogo:
Dipartimento di Musica Antica di Brescia
Via Bollani 20
Brescia