…il Cimbalo è Signor di tutti l’istrumenti del mondo…
Giovanni Maria Trabaci, Il secondo libro de ricercate & altri varij capricci, Napoli 1615
Usato per secoli, dalla seconda metà del XV secolo fino a tutto il XVIII, Il clavicembalo è uno «strumento da penna», e come tale fa parte della famiglia degli strumenti a corde, pizzicate attraverso un meccanismo con tastiera. Molte sono le forme che può assumere uno strumento con questo funzionamento, ed innumerevoli i termini usati nelle varie lingue per definirlo. A livello costruttivo si possono individuare più indirizzi: quello italiano e quelli d’oltralpe con ulteriori differenziazioni in fiamminghi, francesi, tedeschi, inglesi. Qualità musicali e proprietà acustiche sono in stretta relazione con le diverse tecniche costruttive, così il cembalo italiano si caratterizza per la struttura leggera, l’attacco netto del suono con estinzione rapida, la ricchezza di armonici superiori; nel fiammingo il suono è scuro, caldo e maestoso e si estingue più lentamente rispetto al cembalo italiano; il clavicembalo di scuola francese si distingue per la leggerezza della tastiera che consente un fraseggio rapido e di grande agilità.
I MIEI STRUMENTI:
Clavicembalo italiano
Copia di Paolo Zerbinatti – S. Marco di Mereto di Tomba (UD) 1993 da Giovanni Battista Giusti – Lucca 1681, presso il Germanisches Nationalmuseum Nuremberg.
Una tastiera con ottava bassa corta, Do1/Mi1-Do5, due registri (8’8’), falsa cassa esterna
“Registro” di arpicordo; Trasposizione 415/440.
Arpicordo (harpicordo, arpichordum, harpichordum)
Dispositivo costituito da un’ assicella scorrevole munita di una serie di uncini metallici. Quando viene inserito, gli uncini entrano in contatto con le corde. Nel momento in cui la corda viene pizzicata essa vibra contro gli uncini e produce un suono ronzante.
Michael Pretorius (Cap. XLIII del Syntagma Musicum II, De Organographia) ne dà una descrizione e definisce come harffenirende (simile all’arpa/con risonanza d’arpa) il suono ottenuto con l’applicazione di tale congegno.
Altre fonti identificano con questo termine uno strumento dalla forma di arpa coricata, praticamente una spinetta poligonale, in cui la disposizione delle corde appariva come nell’arpa.
Clavicembalo francese
Copia di Alfredo Ryczaj – Desenzano del Garda (BS) 1988 da Pascal Taskin – Paris 1769, della Russell Collection of Early Keyboard Instruments Edinburgh
Clavicembalo a due manuali; estensione Fa0-Sol5; tre registri (8’8’4’), liuto.
Trasposizione 392/415/440.
I motti nei clavicembali
Molti clavicembali, virginali, spinette e clavicordi sono stati dipinti con scene allegoriche, pastorali, mitologiche; intarsiati e intagliati, o abbelliti con pietre semipreziose. Gli strumenti musicali così riccamente decorati diventavano essi stessi opere d’arte, segno distintivo del benessere di chi li possedeva. Ne Il libro del cortegiano, Baldassarre Castiglione così parla del Palazzo ducale di Urbino: «una città in forma de palazzo esser pareva», e il duca Federico da Montefeltro «per ornamento v’aggiunse instrumenti musici d’ogni sorte, né quivi cosa alcuna volse, se non rarissima ed eccellente».
Tra le varie scuole di costruzione, quella fiamminga decorava gli strumenti in modo simile fra loro: l’esterno veniva dipinto ad imitazione del marmo, l’interno con l’applicazione di carta stampata, e quando la parte interna del coperchio non era decorata con un dipinto, vi veniva riportato un motto in latino. Tali motti appaiono anche negli strumenti riprodotti nelle opere pittoriche dal XVI al XVIII sec. Essi non rivestono solo un semplice ruolo ornamentale, ma sono anche testimoni di un mondo culturale e filosofico che è stato spesso ignorato. Attraverso di essi possiamo individuare ideali e attitudini del tempo nei confronti della musica, così come altri aspetti più ampi della cultura artistica e letteraria.
I motti qui raccolti sono stati raggruppati per argomento.
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Musica lieta dono divino
Iscrizione su una Spinetta traversa di anonimo della seconda metà del XVII sec., presso il Museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco di Milano
Anche sul frontespizio degli ESSERCIZI PER GRAVICEMBALO di Don Domenico Scarlatti ritroviamo un motto riferito al clavicembalo:
Curarum levamen
(Sollievo degli affanni)
il Cimbalo è Signor di tutti l’istrumenti del mondo
sul quale …si possono sonare ogni cosa con facilità…